La situazione dell’accoglienza a Vicofaro continua a essere gestita in modo inefficace. Le recenti dichiarazioni e l’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Alessandro Tomasi il 5 giugno scorso non risolvono i problemi ma rischiano di essere l’ennesimo atto strumentale, utile più alla sua probabile campagna elettorale per la Regione che alla città di Pistoia.


Vicofaro, al pari di molti altri insediamenti informali sparsi per l’Italia, non è un modello, ma è stato l’unico tetto sopra la testa che hanno trovato persone che sono vittime di leggi sbagliate. Leggi, dalla Bossi-Fini fino ai cosiddetti decreti sicurezza, che ostacolano percorsi di accoglienza diffusa e di inclusione, e che rendono illegali le persone, alimentando insicurezza e marginalità.


L’accoglienza deve indirizzare verso l’autonomia lavorativa e abitativa. È quello che a Pistoia già succede in altre comunità silenziose e che dobbiamo rendere possibile anche per chi, fuori dai percorsi formali di accoglienza, ha trovato alloggio a Vicofaro.


In questo scenario, è inaccettabile che l’unica risposta dell’amministrazione comunale sia una nuova ordinanza di sgombero, priva di alternative concrete per le persone ospitate. Una scelta che esaspera la situazione e denota la mancanza di fiducia dell’amministrazione nelle possibilità della comunità pistoiese.


Dopo otto anni di governo cittadino e con un esecutivo nazionale guidato dal suo stesso partito, ci saremmo aspettati da Tomasi risposte concrete e strutturali, per le persone accolte a Vicofaro e per i residenti del quartiere, che hanno evidenziato disagi comprensibili e sono stati solo strumentalizzati.


Già una precedente ordinanza di sgombero del 2023 era servita solo a fare propaganda, mentre l’amministrazione comunale non ha mai dato seguito agli unici interventi di monitoraggio e di costruzione di percorsi di uscita da Vicofaro messi in campo e finanziati dalla Regione Toscana.


È importante il lavoro che la Diocesi e le realtà associative, laiche e cattoliche, hanno portato avanti in questi mesi per ridurre il sovraffollamento della struttura e migliorare le condizioni igieniche.


Non possiamo inoltre lasciare inascoltata la voce dei residenti del posto sui quali pesano da molti anni disagi, preoccupazioni legittime e rischi che il sovraffollamento della struttura determinano. La qualità della vita dei residenti deve essere salvaguardata.


Crediamo in un modello che sia guidato dalle istituzioni e che si fondi sul rispetto delle essenziali regole del vivere civile.


Adesso, dunque, servono la politica e le istituzioni. Servono risorse, coordinamento e responsabilità per alleggerire Vicofaro e costruire una rete di accoglienza diffusa, fatta di piccoli centri e percorsi di inserimento, che restituiscano dignità alle persone accolte e serenità a chi vive nel quartiere.


Il Comune deve attivarsi direttamente per individuare soluzioni abitative alternative a Vicofaro, così che le persone che hanno un lavoro possano trovare un nuovo posto dove vivere.


È necessario che le istituzioni promuovano un progetto condiviso con tutti gli enti coinvolti, per assicurare a Vicofaro una presenza continua, anche nelle ore notturne, di operatori qualificati che garantiscano la conoscenza delle persone accolte, il monitoraggio e la rapida e progressiva riduzione dei posti.


Ed è indispensabile che il Ministro degli Interni, anziché prestarsi a riunioni rivendicate per la propaganda di questo o quel partito, stanzi risorse adeguate per rendere disponibili piccole strutture alternative e rafforzare quei percorsi di integrazione, formazione e inserimento lavorativo in cui crediamo come strumento essenziale per l’emancipazione delle persone.


Serve un Comune che faccia finalmente la sua parte. Solo così sarà possibile arrivare davvero al decongestionamento di Vicofaro e, quindi, alla messa in sicurezza di quelle strutture, così come richiesto anche da ASL e Vigili del Fuoco.


Sarebbe inaccettabile affrontare questa situazione come un fatto di esclusivo ordine pubblico. Dopo otto anni, Pistoia ha bisogno di risposte, all’altezza dei suoi valori e della sua storia di accoglienza.



Centro Democratico

Civici e Riformisti

Europa Verde

Italia Viva

Movimento 5 Stelle

Pistoia Ecologista Progressista

Partito Democratico

Partito Socialista

Possibile

Rifondazione Comunista

Sinistra Civica Ecologista

Sinistra Italiana